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Giuseppe Portella e le sue sculture in resina luminescente

Biografia di Giuseppe Portella

Giuseppe Portella nasce l’11 dicembre 1962 a Novate Milanese, dove tutt’ora risiede e dove ha sede il suo studio artistico. Ha origini siciliane. Fin da bambino manifesta assoluta predilezione per la creatività e per le opere d’arte. In lui cresce sempre più uno spirito di innovazione artistico che lo ha fatto diventare ciò che è oggi. La sua passione per la scultura, ma anche la pittura nasce già dai banchi di scuola, nei quali il piccolo Giuseppe dimostra spiccata creatività oltre a un grande talento artistico.

La sua predilezione per l’arte è evidente e percepita da chi gli sta intorno, sopratutto dai genitori e dagli insegnanti . Fin da piccolo vede arte ovunque e di certo sapeva, già dalla tenera età quale sarebbe stato il suo futuro e cosa avrebbe voluto fare nelle vita. Per questo la sua arte non è una sorpresa per chi lo conosce da anni.

La sua vena artistica è totalmente autodidatta e cresce sempre nel suo percorso, come lui stesso sostiene la sua arte cresce e si modella giorno dopo giorno perché un artista ha sempre qualcosa da scoprire e da imparare. Il fatto che sia autodidatta non limita l sua arte, anzi la esalta rendendola unica nel suo genere. Non c’è nessun altro che rende omaggio alla resina come fa questo artista. La sua arte diventa sempre più affinata e predetta opera dopo opera.

La sua continua sperimentazione fa in modo che le sue opere siano sempre più accattivanti e belle, ricercando sempre qualcosa di nuovo l’artista cerca di esprimere il suo stato d’animo a chi le guarda. Nel 2006 è in assoluto il primo in Italia a scovare le qualità delle terre rare luminescenti e le loro caratteristiche assolutamente uniche, sfruttando in maniera perfetta gli effetti di luce che si vengono a creare usandole. Con questo tipo di tecnica è riuscito in un unione profonda tra il vecchio e il nuovo.

Nel 2014 per la prima volta una sua opera è stata esposta all’aperto in modo permanente. Si tratta di una scultura a Novate Milanese sita in una rotonda all’ingresso della cittadina. Questa è stata una grande rivalsa per l’artista e il suo primo grande successo in campo artistico. Successivamente nel mese di maggio del 2017 viene inaugurata la prima mostra delle. Sue opere al museo diocesano Francesco Gonzaga. Da lì le sue opere sono diventate conosciute sia a livello nazionale che a livello internazionale. In particolare la sua scultura è stata molto apprezzata all’estero dalla critica.

Le sue sculture in resina luminescente

Come si è potuto ben capire l’artista opera con resine. Non è un materiale molto utilizzato nell’arte e non è facile modellarlo per farne una scultura. Per questo motivo non ci sono molti artisti che utilizzano questo tipi di materiale per realizzare sculture, anche perché è molto difficile dare luminosità alle opere. Solo Giuseppe Portella attraverso la sua ricerca è riuscito ad esaltate le caratteristiche della resina. Attraverso l’utilizzo delle terre rare luminescenti è riuscito a illuminare le sue sculture e renderle incredibili. Il suo lavoro per un occhio esterno può risultare assolutamente unico e perfetto, non c’è modo per riprodurlo e si resta a bocca aperta ogni qual volta si vede una sua opera. La sua mano è unica e permette di avere delle opere d’arte perfette. La scultura dal punto di vista puramente artistico è molto pulita e risalta subito agli occhi la grande varietà di colori. Quando si guarda una sua opera (che è possibile visionare da questa pagina)si cerca sempre un modo in cui l’artista è riuscito a realizzarla ma spesso si viene sorpresi da quanto queste opere siano precise nei minimi dettagli.

C’è cura per ogni particolare e il lavoro che c’è dietro è assolutamente molto raffinato e lungo. Per realizzare queste opere d’arte l’artista crea dapprima una bozza del lavoro per poi mettersi all’opera. Non c’è uno schema fisso l’artista crea la sua scultura mentre la sua opera è in atto. La creatura si sviluppa tra le mani dell’artista e viene levigata sempre più fino a raggiungere la forma finale voluta che a volte nel corso della realizzazione può variare. Quindi come la tesina stessa la sua opera è fluida cambia in corso e non è mai uguale alla precedente. L’artista cerca di trasmettere quelle che lui è, e si può apprezzare la nettezza e la precisione, così come l’estrosita e la creatività. Quindi riesce a coniugare in modo assolutamente sorprendente la pulizia della scultura che si potrebbe definire classica, a una verve puramente creativa che caratterizza le opere.

Ad un occhio non molto esperto potrebbero sembrare delle opere molto frivole, in realtà la sua opera risulta molto interessante e sulla via della modernità. Ricordano molto le opere di Warhol cercano di rappresentare la realtà, sono oggetti di tutti i giorni che diventano opere d’arte attraverso la mano esperta dell’artista. La continua ricerca del nuovo porta Giuseppe Portella a innovare di continuo senza sosta, a cercare di esprimere nelle sue opere sia la mondanità e la velocità del mondo di oggi con un accurata ricerca e sguardo verso il passato e alla ricerca di forme classiche ma allo stesso tempo che diamo uno sguardo al futuro.

Non ci sono parole per definire come le opere si rivelino davanti agli occhi della gente sempre uniche e innovative. L’assoluta luminescenza delle opere rivela in tutto e per tutto l’animo dell’artista che crea combinazioni uniche di colori che fanno risaltare il fatto che sono opere gioiose e ricche di emozioni al loro interno, non sono assolutamente opere piatte e prive di significato. In poche parole sono vere e proprie opere d’arte contemporanea.

Il ciclo “I festosi”

Uno dei cicli di opere più importanti dell’artista è quello dei festosi. I colori sono vividi e le sculture sono assolutamente realistiche. I soggetti delle opere sono oggetti della vita quotidiana disposti in un mosaico come a cercare un senso comune che possa ricreare in chi li guarda un aria familiare. Il soggetto più utilizzato in quanta collezione, per così dire, sono le biglie. Le biglie sono sia il simbolo della velocità del cambiamento del mondo, ma anche simbolo della gioventù, della fanciullezza, di quando da bambini si giocava sulla spiaggia.

I festosi è un ciclo assolutamente unico nel suo genere perché come si evince dal nome vuole essere un ciclo festoso e in grado di donare a chi o guarda felicità. Un ciclo che l’artista non ha più ripetuto nella sua breve vita artistica, ma che dimostra la polivalenza della sua mente che può andare dalle atmosfere più cupe a quelle più festose. D’altronde il ciclo i festosi dimostra come la semplice realizzazione per associazione di colori, quadri come se al scultura fosse pittura, come se avesse davanti una tela su cui dipingere attraverso una miriade di colori e toni diversi. L’unione di quanto tipo di sculture tutte vicine tra loro crea un unione unica nel suo genere come in un mosaico immenso, come se riuscisse a ricreare attraverso l’uso di oggetti quotidiani sistemi molto complessi che entrano nella testa di chi li guarda e ci rimangono per molto tempo.

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